Il Corso si riprometteva di evidenziare alcuni aspetti delle NBP,  prima di trattare  l’argomento specifico previsto.
Abbiamo focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti importanti delle Norme medesime, in modo approfondito, aspetti spesso trascurati o trattati in modo troppo superficiale.
Abbiamo simulato la gestione del Laboratorio, dal punto di vista documentale, presentando alcune idee, prese da altri Paesi, che raffinano la qualità dei documenti che conserviamo. Particolare attenzione alla valutazione del rischio e conseguenti D.P.I.

Marco Ternelli ha poi diffusamente illustrato la differenza tra le BP integrali e le semplificate. Tutti noi “spingiamo” per le integrali, dato che le semplificate, a nostro avviso, rappresentano un “ripiego” poco professionale, seppur consentito da una legge ( il DM del novembre 2003 ), permettendo la pratica galenica, anche a chi, alla fin fine, non interessa veramente la Galenica, come invece dovrebbe accadere. Ma queste sono nostre opinioni personali, anche se, fortunatamente, condivise da molti Colleghi.

Marco ha anche parlato di legislazione, chiarendo diversi dubbi in merito.

Il Programma svolto lo si trova, dettagliato,  in altra sezione del sito, ma lo abbiamo svolto interamente, anche se saremmo stati insieme almeno altre due-tre ore, per trattare in modo approfondito tutti gli argomenti. Si è pensato anche, per il futuro, di ampliare l’orari0 del Corso, aggiungendo anche il venerdì pomeriggio ( per es. dalle 17 alle 20),  per avere più tempo a disposizione. Penso lo faremo.

In Laboratorio abbiamo allestito 10 formulazioni, creme basi e prodotti finiti. siamo stati parecchio in laboratorio, ed alcune formulazioni le abbiamo fatte in modo diverso ( con strumenti diversi) per valutare la differenza e la praticità. Tutti hanno usato il turbo-emulsore ( ce n’erano 6 ) ed anche il Topitec, uno per ognuno dei 5 tavoli, anche in questo caso per valutare le eventuali differenze, tra i vari metodi. Particolare attenzione è stata riservata al confezionamento: gli speciali vasetti del Topitec indubbiamente hanno suscitato interesse, ma anche la possibilità di allestire in tubi di alluminio, con lo speciale utensile in dotazione; il confezionamento finale in questo caso, qualitativamente, rappresenta una notevole opportunità per presentare al massimo la propria formulazione ( in astuccio con eventuale foglietto illustrativo e/o pubblicitario). Senza contare che per alcuni preparati, è necessario preservare da ossidazione il p.a. ed il confezionamento evidenziato, rappresenta un modo sicuro di dispensare questi preparati.

Abbiamo usato anche la raffinatrice. Onestamente la differenza si è vista! unguenti,  gli anidri soprattutto, si presentavano alla fine del trattamento, in modo evidentemente privo di qualunque particella al tatto, cosa non sempre ottenibile per normale e prolungata micronizzazione . Tutti abbiamo convenuto sulla difficoltà di pulizia finale dello strumento, ma la qualità del prodotto risultante, forse giustifica anche questa…incombenza, non certo comoda e veloce. Il fattore “pulizia” non rappresenta comunque un ostacolo, ma certamente è il costo di tale strumento che ne scoraggia e limita onestamente l’utilizzo. Cercheremo di trovare una soluzione!

In Laboratorio ci siamo stati il sabato pomeriggio e buona parte della domenica mattina.

Abbiamo concluso parlando della compatibilità e della stabilità delle sostanze che entrano nelle formulazioni e come reperire necessarie informazioni, per allestire un preparato efficace e stabile.

I commenti li devono fare i partecipanti, noi abbiamo fatto di tutto, sia dentro che “fuori” da aula e laboratorio, per alleggerire l’impegno. La cena, allestita dalla Chef Donatella della Scuola di Cucina ” i Gustasapori” di Cortona, ha riscosso il giusto gradimento e Marco Ferrari ( ottimo il tuo liquore che hai portato Marco! ) noto cabarettista di Carpi, nel dopo cena, ci ha fatto anche divertire, coinvolgendo diversi di noi, in alcune gag.

Un ringraziamento a tutti, per il clima che si è da subito instaurato tra noi!

E’ esattamente lo spirito che permette di lavorare ed apprendere in modo costruttivo e che fa scattare nei partecipanti, quel “X Factor” per la Galenica, che, come negli anni scorsi – siamo al sesto ormai – ci sprona a fare sempre meglio il nostro lavoro.

Peter Jager